Prima di dare voce a questo appello voglio fare una breve premessa, per meglio far comprendere a tutti le mie perplessità ed i miei interrogativi sul futuro del nostro paese.
Ho passato gli ultimi cinque anni della mia vita a viaggiare per lavoro e a vivere all’estero, in realtà spesso completamente opposte geograficamente e culturalmente dall’Italia, ed ho percepito ovunque un’aria diversa da quella che da qualche anno si respira qui da noi.
Potrei citare molti esempi, ben diversi tra loro, ma che sicuramente renderebbero l’idea della direzione nella quale il mondo in generale, ed i paesi che ci circondano, e con i quali l’Italia si sta relazionando e si relazionerà in futuro, stanno andando.
Irlanda, Grecia, Spagna, molti stati dell’Europa dell’Est, per rimanere in un contesto vicino, ma anche Brasile, India, Malesia, tanto per citare alcuni nomi, sono da anni sospinti da venti di rinnovamento e cambiamento economico e sociale, che presto li porteranno a raggiungere realtà nazionali confinanti già affermate da tempo, ed in molti casi a superarle.
Dalla caduta del governo Prodi, ho inoltre sondato qua e là molti pareri per meglio comprendere fino a dove il martellamento televisivo ed il semplice passaparola di opinioni e preconcetti arrivi a colpire e ad illudere, e sono giunto alla conclusione che sono tre i mali che affliggono i giovani italiani: confusione, disinteresse e pessimismo.
Ma come biasimarli…
Quando iniziai l’università, nel lontano 1998, ricordo che per i giovani studenti di allora il lavoro era un meritato punto di arrivo, la giusta gratificazione del percorso di studi che stavano per intraprendere con grande positività e speranza.
Quei sogni sembrano ora veramente lontani, quasi appartenere ad un’altra epoca.
La cosa assurda, e se volete buffa, è che cose come il precariato giovanile, l’assenza di diritti e protezioni nel mondo del lavoro, la “fuga dei cervelli” all’estero, non dovrebbero neanche esistere in un paese che si considera avanzato e civilizzato, ed invece purtroppo sono all’ordine del giorno in Italia.
Se come detto in molti paesi del mondo cresce a livello giovanile la consapevolezza e la speranza che le cose cambieranno positivamente, in Italia aumentano al contrario la paura, l’isolamento, la diffidenza, e la inconscia convinzione che il fondo lo dobbiamo ancora toccare!
Ma come ci si può riprendere da questa situazione?
Le promesse ed i paroloni televisivi hanno in effetti un po’ stancato, ma l’allontanamento e la scarsa informazione non possono fare altro che confondere ancora di più, facendo vincere coloro ai quali non importa nulla del bene della collettività, e che usano i giovani come “carne da macello” da sfruttare fin che si può.
Non voglio essere né troppo negativo né troppo pessimista, ma direi più ottimista con riserva.
Il mio è quindi un appello ai giovani a non allontanarsi dalla politica perché il menefreghismo è uno dei mali più grandi di questo paese, in tutti i sensi.
L’abbandono di luoghi comuni sbagliati, di stereotipi tipici di una scarsa visione di cosa c’è al di là dei nostri confini nazionali, unito alla ricerca della verità, con un’ampia visione a lungo termine verso il futuro, sono la chiave per la rinascita dell’Italia.
In un’epoca dove le tecnologie e la comunicazione ogni giorno riducono le distanze spazio temporali e la società cresce in fretta, a volte troppo velocemente, non possiamo correre il rischio di rimanere indietro.
L’Italia non può più fermarsi, perché il mondo non ci aspetterà.
Torneremo ed essere ancora il “bel” paese tanto invidiato dagli stranieri o andremo sempre di più verso il punto di non ritorno? …
Francesco
Ho passato gli ultimi cinque anni della mia vita a viaggiare per lavoro e a vivere all’estero, in realtà spesso completamente opposte geograficamente e culturalmente dall’Italia, ed ho percepito ovunque un’aria diversa da quella che da qualche anno si respira qui da noi.
Potrei citare molti esempi, ben diversi tra loro, ma che sicuramente renderebbero l’idea della direzione nella quale il mondo in generale, ed i paesi che ci circondano, e con i quali l’Italia si sta relazionando e si relazionerà in futuro, stanno andando.
Irlanda, Grecia, Spagna, molti stati dell’Europa dell’Est, per rimanere in un contesto vicino, ma anche Brasile, India, Malesia, tanto per citare alcuni nomi, sono da anni sospinti da venti di rinnovamento e cambiamento economico e sociale, che presto li porteranno a raggiungere realtà nazionali confinanti già affermate da tempo, ed in molti casi a superarle.
Dalla caduta del governo Prodi, ho inoltre sondato qua e là molti pareri per meglio comprendere fino a dove il martellamento televisivo ed il semplice passaparola di opinioni e preconcetti arrivi a colpire e ad illudere, e sono giunto alla conclusione che sono tre i mali che affliggono i giovani italiani: confusione, disinteresse e pessimismo.
Ma come biasimarli…
Quando iniziai l’università, nel lontano 1998, ricordo che per i giovani studenti di allora il lavoro era un meritato punto di arrivo, la giusta gratificazione del percorso di studi che stavano per intraprendere con grande positività e speranza.
Quei sogni sembrano ora veramente lontani, quasi appartenere ad un’altra epoca.
La cosa assurda, e se volete buffa, è che cose come il precariato giovanile, l’assenza di diritti e protezioni nel mondo del lavoro, la “fuga dei cervelli” all’estero, non dovrebbero neanche esistere in un paese che si considera avanzato e civilizzato, ed invece purtroppo sono all’ordine del giorno in Italia.
Se come detto in molti paesi del mondo cresce a livello giovanile la consapevolezza e la speranza che le cose cambieranno positivamente, in Italia aumentano al contrario la paura, l’isolamento, la diffidenza, e la inconscia convinzione che il fondo lo dobbiamo ancora toccare!
Ma come ci si può riprendere da questa situazione?
Le promesse ed i paroloni televisivi hanno in effetti un po’ stancato, ma l’allontanamento e la scarsa informazione non possono fare altro che confondere ancora di più, facendo vincere coloro ai quali non importa nulla del bene della collettività, e che usano i giovani come “carne da macello” da sfruttare fin che si può.
Non voglio essere né troppo negativo né troppo pessimista, ma direi più ottimista con riserva.
Il mio è quindi un appello ai giovani a non allontanarsi dalla politica perché il menefreghismo è uno dei mali più grandi di questo paese, in tutti i sensi.
L’abbandono di luoghi comuni sbagliati, di stereotipi tipici di una scarsa visione di cosa c’è al di là dei nostri confini nazionali, unito alla ricerca della verità, con un’ampia visione a lungo termine verso il futuro, sono la chiave per la rinascita dell’Italia.
In un’epoca dove le tecnologie e la comunicazione ogni giorno riducono le distanze spazio temporali e la società cresce in fretta, a volte troppo velocemente, non possiamo correre il rischio di rimanere indietro.
L’Italia non può più fermarsi, perché il mondo non ci aspetterà.
Torneremo ed essere ancora il “bel” paese tanto invidiato dagli stranieri o andremo sempre di più verso il punto di non ritorno? …
Francesco
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