Premesso che
- il progetto F-35 LT II, attualmente in fase di sviluppo e non operativo, è un cacciabombardiere progettato e programmato dalla Lockheed-Martin e destinato a equipaggiare l’Aeronautica, l’Esercito e la Marina degli U.S.A
- non esiste alcun vincolo d’acquisto N.A.T.O. per detto sistema d’arma, ma semplici accordi o intenti d’acquisto bilaterali tra singoli Stati;
- a circa 15 anni dall’avvio della progettazione del velivolo, molti restano ancora i problemi tecnici da risolvere col rischio di dare vita ad un velivolo ormai superato;
- l’Italia, partner di II livello, partecipa solo in residuale parte al progetto F35 (stima 1%) con la commessa di poco più di 200 parti d’ala, ma nel frattempo sta pagando ratealmente la ricerca altrui (già versati oltre 1 miliardo di euro);
- le ricadute tecnologiche non sono significative in quanto la legislazione statunitense vieta ogni possibilità d’intervento di paese terzi sulla tecnologia del velivolo F35;
- la presunta ricaduta occupazionale per il territorio novarese, inizialmente annunciata in 10-15.000 per un lungo periodo (40 anni), prudentemente è stata ridotta a 2.000, indotto compreso, nei momenti di picco e non in modo permanente. Ciò a fronte di un presunto investimento pubblico che potrà lievitare anche a 20/22 miliardi di euro, praticamente una finanziaria di assestamento dei conti pubblici;
- le aspettative della popolazione senza lavoro o in cerca di primo impiego, avventatamente create negli ultimi due anni, rischiano di andare completamente deluse per l’alta professionalità richiesta;
- i recenti tentativi di accordo tra Azienda e Sindacati per la ristrutturazione del gruppo Finmeccanica prevedono su Cameri l’impiego di un massimo di 200 tecnici probabilmente ad assorbimento degli esuberi di Caselle (TO);
- gli F-35 sono progettati e costruiti negli Usa. In Italia per tali velivoli è previsto solo l’assemblaggio per quanti verranno acquistati dal nostro paese e dall’Olanda, paese quest’ultimo che ha recentemente congelato l’acquisto;
- altri si stanno sfilando dalla commessa o riducendo gli acquisti: la Gran Bretagna ridurrà l’acquisto dai 130 esemplari previsti a 66; il Canada posticipa l’eventuale acquisizione dal 2014 al 2018; la Norvegia sta ponendo seri ostacoli al via libera dei 48 velivoli opzionati chiedendo di ridiscutere le contropartite economiche; la Turchia ha messo in standby l’intera commessa di 116 velivoli; Israele ne conferma solo 20 su 100, ma con una speciale versione in gran parte progettata e costruita in house; La Danimarca da 85 macchine previste scenderà a meno di 25; Il Brasile, malgrado le fortissime pressioni USA per far adottare gli F-35, ha optato per il sistema Rafane francese, gemello dell’EF-2000 europeo;
- la linea d’assemblaggio (FACO) di Cameri non ha, a tuttoggi, il nullaosta USA per diventare anche il centro di manutenzione (MRO&U);
- il costo globale per ogni velivolo è in continua lievitazione, oggi stimato in 130 milioni di dollari per unità, è invece rivisto al rialzo da studi di settore fino al raddoppio del costo da qui al 2018 (200 milioni di euro cadauno);
- il costo stimato per il nostro paese, previsto in 15 miliardi di euro, lieviterà fino raddoppiarsi per i ritardi di operatività del sistema d’arma;
Considerato che
- se il 50% della somma prevista per l’acquisto dei F35 fosse usata dallo Stato e dalle nostre Istituzioni locali per le reali emergenze (sostegno alle PMI, interventi sul dissesto idrogeologico e bonifica ambientale, riqualificazione e messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti, interventi infrastrutturali ad impatto ambientale minimo, messa in sicurezza degli impianti industriali obsoleti, sostegno allo stato sociale, ricerca, scuola, giustizia, sanità, formazione e sicurezza) ci sarebbe una ricaduta di investimenti privati in grado di provocare un forte sviluppo occupazionale e il recupero di quote importanti dell’attuale disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile su tutto il territorio nazionale;
- l’acquisto di F35 impone un onere economico e finanziario supplementare in un momento particolarmente difficile;
Per questi e altri motivi si ritiene che l’acquisto degli F35
- sia eccessivamente oneroso e senza reali contropartite né economiche né tecnologiche né occupazionali;
- vada in una logica di freno allo sviluppo e all’espansione dell’industria aerospaziale nazionale ed europea, insieme a tutto l’indotto presente sui territori del nostro paese;
- sia contrario agli interessi di prospettiva di difesa integrata italiana ed europea;
- sia in contraddizione con il dettato degli artt. 11 e 52 della Carta Costituzionale, nonché con la Legge 331/2000 “Norme per l’Istituzione del Servizio Militare Professionale, resa operativa dai D.L. 215/2001 e 236/2003 per la quale “l’ordinamento e l’attività delle Forze armate sono conformi agli articoli 11 e 52 della Costituzione”;
Impegna la Giunta Comunale a:
- Intraprendere nelle sedi opportune tutte le azioni in suo potere per indirizzare l’opinione di chi ha il potere decisionale, affinché riveda il progetto di acquisto dei caccia, ritenendo tale progetto non congruente con le necessità della Nazione e con il particolare momento di crisi economica;
- Indirizzare la decisione verso l’utilizzo delle strutture di avanguardia attualmente in costruzione, per la creazione di un polo di eccellenza in campo aeronautico civile volte alla creazione di nuove possibilità lavorative, per concretizzare un processo di riconversione dal militare al civile;
- Perseguire e valorizzare le tematiche della pace, in sintonia con la volontà espressa dall’Amministrazione nell’ultimo consiglio comunale.
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