4 luglio 2006, Roma, Hotel Radisson: sembra un secolo fa, ma non sono passati neppure due anni. E’ in quella occasione che, per la prima volta, leader politici e intellettuali hanno accettato l’invito dell’APD (Associazione per il Partito Democratico) di partecipare tutti insieme ad un convegno nazionale sul Partito Democratico, il primo interamente dedicato a questo. Sembrava ancora un’utopia, se non addirittura un’eresia. Eppure, i fatti hanno dato ragione, e alle prossime politiche, sulla scheda elettorale, troveremo il simbolo del Partito Democratico.
E’ stata una sfida lunga e faticosa, con una serie di stop and go che avrebbero scoraggiato chiunque. Ma il progetto per un Paese migliore meritava di essere perseguito.
Quel progetto è il motivo che ci deve spingere ad insistere anche oggi, a pochi giorni dal voto del 13 aprile, votando PD.
E’ vero, non tutto ci piace nel nuovo partito: non ci sono piaciute certe scelte, né ci sono piaciute certe liste. Ma occorre essere realisti: il PD ha solo pochi mesi di vita, e ha dovuto affrontare subito una scadenza elettorale imprevista ed impegnativa. Votare PD significa dargli fiducia, e dargli fiducia significa consolidarlo e metterlo in grado di realizzare quel processo di rinnovamento, pulizia ed efficienza, per il quale è nato.
Si poteva fare di più e meglio? Sicuramente. Ma il PD, altrettanto sicuramente, ha già fatto di più e meglio di tutti gli altri partiti, condizionando questa campagna elettorale sin dall’inizio, con quella scelta di andare da solo che ha stupito tutti e costretto gli avversari alla rincorsa.
E’ vero anche che non si può votare sempre “per il meno peggio”: siamo tutti stanchi di farlo, soprattutto nell’area di centrosinistra. Ma il PD non è “il meno peggio”: da quella domenica di ottobre, con i suoi tre milioni e mezzo di elettori delle primarie, è uscito l’unico soggetto politico che ha i numeri, le capacità e soprattutto un vero progetto per ridare vita ad un Paese al collasso.
Anche non potendo fare miracoli, il PD, se avrà tanti voti, avrà la possibilità di dimostrare quanto e cosa sa fare. E noi finalmente potremmo giudicare sui fatti, e dare il nostro voto su essi. Sarà alle elezioni successive che il PD potrà essere valutato effettivamente sul suo operato.
Ora, però, la palla è in mano nostra, e sta a noi la responsabilità di decidere dove tirarla. Se il PD potrà governare, e così misurarsi davanti ai cittadini, dipenderà dal voto di ciascuno di noi, responsabile - ora molto più che il 14 ottobre - del destino di un progetto politico indubbiamente di valore..
Gregorio Gitti, Paola Caporossi, Isabella Sorgini
Quel progetto è il motivo che ci deve spingere ad insistere anche oggi, a pochi giorni dal voto del 13 aprile, votando PD.
E’ vero, non tutto ci piace nel nuovo partito: non ci sono piaciute certe scelte, né ci sono piaciute certe liste. Ma occorre essere realisti: il PD ha solo pochi mesi di vita, e ha dovuto affrontare subito una scadenza elettorale imprevista ed impegnativa. Votare PD significa dargli fiducia, e dargli fiducia significa consolidarlo e metterlo in grado di realizzare quel processo di rinnovamento, pulizia ed efficienza, per il quale è nato.
Si poteva fare di più e meglio? Sicuramente. Ma il PD, altrettanto sicuramente, ha già fatto di più e meglio di tutti gli altri partiti, condizionando questa campagna elettorale sin dall’inizio, con quella scelta di andare da solo che ha stupito tutti e costretto gli avversari alla rincorsa.
E’ vero anche che non si può votare sempre “per il meno peggio”: siamo tutti stanchi di farlo, soprattutto nell’area di centrosinistra. Ma il PD non è “il meno peggio”: da quella domenica di ottobre, con i suoi tre milioni e mezzo di elettori delle primarie, è uscito l’unico soggetto politico che ha i numeri, le capacità e soprattutto un vero progetto per ridare vita ad un Paese al collasso.
Anche non potendo fare miracoli, il PD, se avrà tanti voti, avrà la possibilità di dimostrare quanto e cosa sa fare. E noi finalmente potremmo giudicare sui fatti, e dare il nostro voto su essi. Sarà alle elezioni successive che il PD potrà essere valutato effettivamente sul suo operato.
Ora, però, la palla è in mano nostra, e sta a noi la responsabilità di decidere dove tirarla. Se il PD potrà governare, e così misurarsi davanti ai cittadini, dipenderà dal voto di ciascuno di noi, responsabile - ora molto più che il 14 ottobre - del destino di un progetto politico indubbiamente di valore..
Gregorio Gitti, Paola Caporossi, Isabella Sorgini
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