Siamo i ribelli

. venerdì 25 aprile 2008
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Ripercorrere la Resistenza attraverso alcune canzoni o la breve lettura di libri e poesie è un modo per mantenere viva la memoria su una parte di storia che è alla base della nostra democrazia. Raccontare con parole e musica il ricordo di quegli anni è un sentito omaggio a quegli uomini e quelle donne che hanno sacrificato il proprio tempo in nome della libertà.



Così presentiamo il nostro spettacolo e così ci siamo attrezzati, prendendo in prestito quelle parole e quella musica, per percorrere una strada nella tradizione accompagnata dalla nostra storia musicale. La nostra esperienza ha le radici nel rock'n'roll nel folk d'autore di Woody Guthrie, Dylan, Springsteen, Earle e in band come Creedence e Clash

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25 aprile 2008 – 63° anniversario della Liberazione

. giovedì 24 aprile 2008
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Il 25 aprile è e deve continuare ad essere la festa di tutti gli italiani. Una festa che ricorda il giorno in cui l’Italia venne liberata dall’oppressione nazi-fascista e fu restituita a tutti i cittadini la libertà.





Vi è chi sostiene che occorre ridimensionare il valore del 25 aprile sostenendo che si tratta di un ricordo desueto, sbiadito, privo di significato. Gli eventi storici che portarono alla Resistenza non possono essere né revisionati, né ridimensionati. Dopo l’ignominiosa fuga del re e di Badoglio da Roma, gli italiani e le forze armate italiane furono abbandonate a se stesse e il nostro paese venne militarmente occupato dai soldati di Hitler. Furono in molti allora a ribellarsi a questa occupazione diventando partigiani, combattenti per liberare la Patria dallo straniero. Si trovarono fianco a fianco comunisti, socialisti, cattolici, liberali, uomini del partito d’azione, ufficiali dell’esercito, graduati, soldati, senza partito, reduci dai vari fronti. Non si trattò di una guerra civile, e se lo fu in parte questo avvenne come conseguenza dell’intervento dei fascisti che, dopo la creazione della Repubblica di Salò, affiancarono entusiasticamente i nazisti nella realizzazione di innumerevoli stragi contro la popolazione inerme.

La Resistenza segnò una pagina gloriosa della nostra storia. Grazie alla lotta dei partigiani l’Italia si riscattò dalle colpe del fascismo e riacquistò la sua dignità di nazione. Dalla lotta di Liberazione nacque il nuovo Stato democratico, le cui regole furono sancite dalla Costituzione, alla cui stesura contribuirono tutti i rappresentanti delle diverse volontà popolari.

Ricordare il momento in cui l’Italia ha vinto la battaglia per riconquistare la libertà è uno dei modi di difenderla e preservarla in quanto essa non è un dato acquisito, ma una conquista da realizzare giorno per giorno affinché nessuno possa esserne privato.

Questo è il 25 aprile. E per questo invito tutti a partecipare alle manifestazione promossa dall’Amministrazione Comunale che avrà luogo domani, 25 aprile, alle ore 10.00, presso la Sala Ottocentesca del Castello Visconteo – Sforzesco con il seguente programma.

⋅ Ore 10.00 Ritrovo presso la Sala Ottocentesca del Castello Visconteo – Sforzesco
⋅ Ore 10.15 Intervento del Sindaco

Seguirà l’esecuzione di brani musicali da parte del Coro Polifonico “S. Cecilia” di Galliate, intervallati da canti degli alunni delle classi 5^ dell’Istituto Comprensivo “Italo Calvino” di Galliate.

⋅ Ore 11.00 Corteo commemorativo al Monumento ai Caduti.

⋅ Ore 11.30 Celebrazione della S. Messa presso la Chiesa del Cimitero.
Intervento del Sindaco.


Marco Nicolotti
Coordinatore Circolo PD di Galliate

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Il coordinamento provinciale del 21 aprile

Si è riunita ieri sera, nei locali del Pd di Novara, il coordinamento provinciale per fare il punto della situazione dopo la sconfitta elettorale. La coordinatrice, Paola Turchelli, ha voluto iniziare la sua relazione con un rigraziamento e un augurio di buon lavoro alle due parlamentari elette in provincia, Franca Biondelli (che era presente) ed Elisabetta Rampi, auspicando di poter avere, grazie al loro aiuto, un "filo diretto" tra Roma e la Provincia. Il voto - ha affermato Paola Turchelli - Lascia due eredità: si tratta si di una sconfitta elettorale ma non di una sconfitta politica perché dalle urne esce un Pd forte. Va perciò rigettata qualsiasi tentazione di rimettere in discussione il progetto del Pd e occorre invece darsi da fare per realizzare per le completare le strutture territoriali del partito stesso. Dall'analisi del voto emerge che il Pd ha totalizzato il 4,62% di voti in più sia rispetto alla somma di Ds e Margherita alle elezioni del 2006 sia rispetto alla somma Ds, Margherita e Lista Bresso alle regionali del 2005. Purtroppo in provincia solo in sette comuni i voti dati al Pd hanno superato quelli del Pdl (Ameno, Cerano, Fontaneto, Grignasco, Romagnano, Suno e Terdobbiate). La coordinatrice ha poi concluso la sua relazione elencando tre obiettivi prioritari per il prossimo futuro. Entro la fine di giugno completare l'insediamento e il radicamento dei circoli, dare il via al lavoro della Consulta degli amministratori (che è rimasta inattiva a causa della campagna elettorale che ha assorbito ogni energia) e ritrovare, in provincia, un rapporto profondo con il mondo del lavoro. Infine, non bisogna dimenticare le prossime scadenze elettorali europee, provinciali e amministrative. Dopo la coordinatrice è intervenuto Paolo Cattaneo che ha proposto la convocazione, in tempi brevi, dell'Assemblea degli eletti (alle primarie del 14 ottobre) e il suo allargamento agli amministratori e ai coordinatori dei circoli. I circoli, a loro volta, decideranno quando fare assemblee aperte a tutti i cittadini. Fabio Fazio ha rimarcato come la sconfitta del Pd non corrisponda ad una "fase" europea ma sia un fenomeno tutto italiano che si è manifestato soprattutto con un forte astensionismo che ha penalizzato il centrosinistra (circa un milione e mezzo di cittadini che hanno disertato il voto). Sono poi intervenuti nell'ordine Gabriella Valsesia che ha sottolineato la necessità di non dimenticare l'elettorato cattolico il cui voto si è disperso in tanti rivoli, Salvatore Volpe per il quale non si può disperdere un modo di fare politica di cui il Pd ha dato prova in campagna elettorale e, contemporaneamente, sottolineando la necessità di allargare la sfera della partecipazione. Maurizio Barbero ha sottolineato tre cose assai importanti: cooptare le persone che possono dare un contributo importante di idee e di partecipazione, decidere se e come procurarsi un canale di informazione locale attraverso il quale fare attività politica e, infine, preparare le primarie per le elezioni provinciali evitando di arrivare troppo in prossimità della scadenza elettorale. Mary Ferrari ha sottolineato come la proposta del Pd non sia stata del tutto compresa a causa di un elettorato dall'età media piuttosto elevata; occorre perciò insistere nel presentare in maniera chiara e semplice gli elementi fondamentali del Pd. Augusto Ferrari, invece, ha rimarcato come la Lega non sia soddisfatta dei risultati ottenuti perché sono sfuggite quelle percentuali "lombarde" a cui essa mirava. Le provinciali rappresentano un nodo politico importante: bisognerà affrontarle da soli o ricucire un rapporto locale con la sinistra arcobaleno? Occorrerà poi provvedere a una vera campagna informativa e aprire una scuola che consenta la formazioni della futura classe dirigente del partito. Franca Biondelli ha rimarcato come la situazione composita della coalizione di governo e la congiuntura economica non consentirà a Pdl e Lega di governare per cinque anni. Entro otto o nove mesi i nodi verranno al pettine e occorre perciò lavorare compatti sul territorio per migliorare dei risultati elettorali dimostratisi buoni ma non ancora ottimi. Paolo Maccari ha insistito sull'imortanza delle elezioni europee che rappresentano un vero "tallone d'Achille" della destra (sia per il Pdl sia per la Lega) e rispetto alle quali, invece, il Pd si presenta come l'unico in grado di avanzare proposte serie che possano mettere in difficoltà gli avversari politici. Martinoli ha sottolineato, invece, come non si debba né suddividere in aree interne il partito che deve essere compatto e coeso, né inseguire la Lega perché il Pd è alternativo a quel modo di fare politica. Giuseppe VOlta ha sottolienato come, in realtà, secondo alcuni analisti, ci si trovi inseriti in un ciclo ventennale che favorisce le destre destinato a durare fino al mutamento tecnologico che farà della televisione solo uno dei media in campo e non il principale com'è ancora oggi; in conseguenza di ciò èsarebbe bene concetrare gli sforzi per convincere l'elettorato sul 5 per cento di elettori che risultano determinanti per stabilire i vincitori alle elezioni, riconoscendo la necessità, già sottolineata da Augusto Ferrari, di una campagna di comunicazione mirata a rendere ricoscibile il Pd. Infine, tra gli altri interventi quello di Giuliana Manica ha messo in evidenza la necessità di preparare la scadenza elettorale ormai quasi imminente, insistendo sulla necessità di proporre soluzioni nuove ed originali per i problemi che affliggono i cittadini, non subendo ma anticipando la destra su terreni che non sono della destra ma anche e soprattutto del Pd: sicurezza, sanità etc.

Roberto Leggero

tratto da http://pdnovara.blogspot.com/2008/04/il-coordinamento-provinciale-del-21.html

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Testimoni di libertà a Galliate

. lunedì 21 aprile 2008
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Domenica 20 aprile si è svolta presso la sala consigliare del Castello il convegno di presentazione del secondo volume dell’opera "Le radici della democrazia", dal titolo "Tra storia e Memoria", che fa da seguito e completamento al primo volume, "Tra cronaca e storia", edito in collaborazione con il Comune di Galliate un anno fa.




La dinamica della conferenza ha visto succedersi, dopo gli interventi introduttivi dei “padroni di casa”, il sindaco Arturo Boccara e l’Assessore alla Cultura Wilma Montano, quelli degli ospiti relatori presenti e dei due autori, Lorenzo Borelli e Roberto Cardano, nonché quelli degli studenti che hanno collaborato alla ricerca e all’elaborazione del materiale necessario per la stesura del libro.
Sono intervenuti Paola Turchelli, Vicepresidente e Assessore Pol. Educative della Provincia di Novara, Claudio Vercelli, dell’Istituto di studi storici “G.Salvemini” di Torino, i quali hanno sottolineato l’importanza dell’ambito novarese ed ossolano nella storia partigiana del nord ovest italiano, la Senatrice Lidia Brisca Menapace, politica e saggista novarese, testimone diretta degli avvenimenti del tempo, che insieme e Guido de Carli, Presidente Raggruppamento “Alfredo di Dio”, ha reso le tematiche molto più vive e vicine ai nostri giorni.
Proprio de Carli ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria e di alimentare l’interesse dei giovani nel ricordo di come la democrazia si sia realizzata nel nostro paese, e cioè con il sacrificio di giovani che hanno rinunciato alla loro spensieratezza ed ai loro sogni per ridare a tutti la libertà.
Il suo ringraziamento e la sua soddisfazione per la realizzazione dell’opera è andato ovviamente ai due autori ma in principal modo ai sei ragazzi che hanno contribuito: Elena Airoldi, Giulia Borelli, Andrea Cantone, Valeria Mantellino, Giulia Mentasti, Vanessa Mucchietto, cinque dei quali di Galliate e una di Novara.
Dopo gli interventi dei due autori, il primo, di Cardano, centrato più sull’aspetto organizzativo e descrittivo dell’opera, il secondo, di Borelli, più su quello umano e sui ringraziamenti, gli studenti hanno continuato leggendo alcune lettere dei partigiani galliatesi per loro più toccanti e significative, sottolineando quali aspetti li avevano maggiormente colpiti nel rivivere, a più di sessant’anni di distanza, le emozioni di quei loro coetanei.
Il convegno si è concluso con gli interventi di due ex partigiani, Dante Mena e Sergio Cerri, con i loro racconti ed aneddoti, sicuramente toccanti e se si vuole simpatici, vissuti in prima persona in quell’epoca di dittatura militare e morale.
Da sottolineare la grande partecipazione di pubblico all’evento, un pubblico di tutte le età, a dimostrazione e nella speranza che la difesa della democrazia e degli ideali di libertà che hanno portato alla caduta del fascismo potranno sempre essere un forte filo conduttore tra le diverse generazioni.
E’ doveroso in conclusione fare i migliori auguri agli autori per la stesura di un terzo volume, che vada ad essere il giusto compimento all’intera opera, ed all’Amministrazione Comunale galliatese, che sappia sempre valutare come meritano tematiche di questo genere.


Francesco

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Il Nord e il Pd

NEL Paese che cambia, ci sono riforme che non costano nulla, se non un atto di coraggio. Esempio: andare da un notaio, e firmare l'atto di nascita del Partito Democratico del Nord, federato al partito nazionale, con il sindaco di una grande città come segretario. Una forza politica leale a Veltroni ma autonoma, coerente col Pd nei valori ma indipendente nelle sue priorità e nei suoi programmi, soprattutto insediata nella zona italiana del cambiamento, e capace di una sua specifica rappresentanza: in uomini, interessi, esigenze e problemi. Tutto questo non nella convinzione che il Nord si sia consegnato alla destra per sempre. Anzi. Il voto, rovesciando il cannibalismo con cui Berlusconi si cibò della Lega nei primi anni della sua avventura, vede, al Senato, il Pdl calare di 70mila voti in Piemonte, di 254mila in Veneto, di 236mila in Lombardia, a vantaggio della rimonta bossiana. E il Pd, che cresce di 295mila consensi in Lombardia e di 72mila in Piemonte, è pari ad ognuno dei suoi avversari in tutto il Nordest, ed è addirittura primo in tutti i capoluoghi veneti, Vicenza, Verona e Treviso compresi.

Ma il nuovo partito "metropolitano" non arriva al popolo minuto del capitalismo personale che innerva di innovazione e modernità l'area della Pedemontana, né al reddito fisso nordista colpito dalla crisi nella sua rappresentatività sociale. Non è vero che questo sistema economico e sociale rifiuta la politica, perché nella presenza capillare della Lega unita al populismo berlusconiano ha cercato comunque una ipotesi politica di rappresentazione, di interpretazione e di tutela del suo mondo.

Il problema della sinistra è che è esterna prima ancora che estranea a questa trasformazione molecolare del lavoro e della produzione, perché ferma ad una concezione fordista, "evoluzionista", dove la piccola impresa è solo l'impresa da piccola e non un soggetto della modernità, che opera nei luoghi del cambiamento, produce beni immateriali come informazione, servizi, finanza, conoscenza: leve di nuove figure professionali, nuovi saperi, nuovi diritti, nuove domande.

Da questa metropoli diffusa, come anche da Milano, la sinistra non può rimanere fuori, se vuole essere credibile come soggetto del cambiamento. Non può regalarla alla destra, né può pensare che la destra sia lì per caso. Un'offerta di culture diverse può arricchire la zona più ricca d'Italia, nell'interesse del Paese. Forse il Pd del Nord non servirà per vincere, ma servirà per vivere, o almeno per capire.

(la Repubblica, 18 aprile 2008)

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