Pensavo...

. sabato 19 aprile 2008
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Dopo l’esito del voto: il vuoto. Un senso di imbarazzo.
La prima frase che mi si è affacciata alla mente a commento del risultato: “Ha vinto la volgarità e la superficialità”. Per “volgarità” intendo la sguaiatezza e la grossolanità che ben s’accompagnano con il pensiero superficiale fatto di frasi ad effetto. Ha vinto chi si permette di difendere i mafiosi e di essere comunque premiato da chi, perbenista, dice “la mafia è un male italiano”; ha vinto chi picchia i pugni nelle osterie incitando alla secessione con codazzo di rubizzi sostenitori che sì e no conoscono forse solo la storia della ormai, si sperava obsoleta, Lega Lombarda e si ritrovano a mangiare crostini al gorgonzola tanto per scacciare pensieri più seri; ha vinto, non ne sono certa però, chi pur di governare si lascia inghiottire da uno squalo …
Eppure da tutti c’è da imparare.
Berlusconi è sempre lui: ha già annunciato che la legge elettorale sta bene così com’è e che si può aprire ad Air France dal momento che la “cordata italiana” s’è dileguata.
Fini no, non è più lui perché è diventato qualcos’altro e tutti siamo in attesa di scoprire cosa.
La Lega invece è la vera star. E nelle parole di Maroni c’è, secondo me, un’obiettiva grande verità.
Maroni dice che la Lega è un partito territoriale, con radici profonde sul suo territorio, storicamente ad esso collegata. E’ vero. La Lega ha saputo, grossolanamente quanto vuoi, ma ha saputo creare e mantenere un legame con la gente delle nostre regioni che definisce “suo” territorio. Certo io non mi sento di appartenere a loro, tuttavia c’è nella gente il desiderio di sentirsi desiderata, inglobata da qualche parte, parte di qualcosa di importante, di sapere che c’è chi ascolta quelle cose che non a tutti si avrebbe il coraggio di dire e, ancor più di sostenere, di essere dunque ascoltati e acquisire così un’importanza difficile da raggiungere in ambito politico.
Si dice appunto che la politica è distante. Ci sono i giochi politici. Bisogna dedicarsi completamente alla politica. Tutte mezze verità. Per completare l’altra mezza verità ci vuole la presenza partecipe allargata e democratica della gente per la quale la politica deve farsi sostenitrice, e non il contrario.
Veltroni ha svolto un enorme lavoro di qualità e questo era ciò che competeva a lui e del quale si è egregiamente fatto carico. Ma ora al PD serve la spinta popolare, la partecipazione forte. Dobbiamo farci sentire: adesso per stare vicini a Veltroni in questo momento di sconfitta e in seguito per sostenerlo con vere e proprie iniziative di grande visibilità.
Di là c’era la “Casa della libertà”, poi il “Popolo delle libertà”. E’ furbo Berlusconi, ha l’occhio selettivo del pubblicitario che capta la formula vincente: “casa” e “popolo”soprattutto danno tanto l’idea del gruppone dove ci sta dentro tutto e tutti. Non importa se poi decide lui in “libertà”, l’importante è credere d’essere un gruppo tutti appassionatamente insieme. Scendere nelle piazze. Gridare allo scandalo…
In pratica si sono appropriati di strumenti storicamente di sinistra per creare un virtuale insieme democratico.
Ci siamo lasciati sorprendere. Non dovrà più accadere.
Riappropriamoci della nostra identità e, colpo su colpo, proponiamo, denunciamo, sottolineiamo con insistenza tutto ciò che di contraddittorio o iniquo il nuovo governo farà, ascoltiamoci con maggior senso del servizio e minor snobismo. Riportiamo il senso critico nella scuola dove i docenti stanno per essere ridotti a impiegati che scrivono e giustificano l’insegnamento più che insegnare veramente (e su questo argomento bisognerebbe dedicare uno spazio a parte ben più ampio), definiamo il nuovo grande territorio della Democrazia Popolare e con le nostre capacità potremo fare la differenza.
Rafforziamo il PD… o POPOLO DEMOCRATICO?

Anna Bossi ……”bossi”: un nome una garanzia!

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Un ringraziamento a Walter Veltroni

Doveva finire questa campagna elettorale, lo sapevo che sarebbe successo..ma venerdì, quando sono andata a Novara alla sala Borsa per ascoltare il comizio finale di Walter Veltroni, mi è salita all'improvviso una sensazione di tristezza. Ho cercato di capire perché, e durante il discorso l'ho capito: in questo mese il nostro percorso è stato parallelo, lui girava di città in città con il pullman, parlava nelle piazze e ci caricava, noi facevamo la stessa strada, cercavamo di reinterpretare i suoi discorsi e ci rendevamo conto che lui credeva in noi quanto noi in lui. Ho imparato a non rispondere alle provocazioni, mi sono resa conto che "l'idea" PD è talmente innovativa da far paura a chi ci deride e ci fa passare per matti...matti perché ci crediamo? Ma stiamo scherzando? Matti perché non vogliamo i voti della mafia? Matti perché non offendiamo la figura dei pubblici ministeri? Sapete che c'è di nuovo? Va bene così...continuiamo sulla nostra strada. Come ho già detto ad alcuni amici negli ultimi giorni io sono convinta che comunque vada sarà un successo...perché abbiamo aperto una nuova via che sarà sempre più facile da seguire...il difficile era buttare giù il muro ,per passare al di la...per fare qualcosa di nuovo...Walter ha parlato per un'ora, come al solito in modo pacato, è passato attraverso tanti argomenti, ma quello che mi ha colpito di più, facendomi commuovere è stato quando ha salutato la memoria di Borsellino e Falcone che devono rimanere per noi un punto di riferimento, la legalità deve essere un punto fermo...in questo mondo di ladri come diceva una famosa canzone ...noi dobbiamo distinguerci...non si può vivere il quotidiano inciampando nel"vuole la fattura o facciamo senza e paga di meno"? Non deve esistere che un giovane preparato che partecipa ad un concorso non possa lavorare perché il figlio di tizio o l'amico di caio, raccomandato, gli ha tolto il posto sotto al naso... Ci dobbiamo sentire offesi quando decidiamo di aprire un'attività e la burocrazia ci mette il bastone tra le ruote...
Il viaggio in pullman è finito e le urne dicono che abbiamo perso...ma io non lo penso affatto. Sono orgogliosa di aver fatto parte di questa macchina organizzativa, sono felice di aver visto gente giovanissima, giovane e meno giovane credere insieme in qualcosa di grande e nuovo, la voglia di vincere ci ha unito come non si vedeva da molto tempo. Adesso ci rimboccheremo le maniche e lotteremo all'opposizione e sono sicura che arriveremo al prossimo appuntamento elettorale ancora più carichi di come lo siamo stati fino ad ora. E per tutto questo credo che sia un obbligo ringraziare Walter Veltroni che ci ha offerto un'opportunità storica
Grazie da parte nostra!

Tatiana

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Ringraziamenti/2

. venerdì 18 aprile 2008
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I ringraziamenti della neosenatrice del PD (cliccando QUI) Franca Biondelli.

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Ringraziamenti/1

I ringraziamenti della coordinatrice provinciale del PD (cliccando QUI) Paola Turchelli.

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Le Radici della Democrazia

Domenica 20 aprile 2008 alle ore 10.00, presso la Sala ottocentesca del Castello Visconteo Sforzesco di Galliate avrà luogo la presentazione del secondo volume Le Radici della Democrazia. Testimoni di Libertà e ricordi degli anni di guerra a Galliate.

La presentazione del volume sarà preceduta dai saluti del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Galliate, Arturo Boccara e Wilma Montano, dal Vicepresidente e Assessore alle Politiche Educative della Provincia di Novara, Paola Turchelli, dell’Istituto Storico della Resistenza "P. Fornara" di Novara, Mauro Begozzi e Giovanni Cerutti, del Presidente Raggruppamento "Alfredo Di Dio", Guido De Carli.
A seguire gli interventi di Lidia Brisca Menapace, Senatrice e testimone, di Ugo Perone, dell’Università del Piemonte Orientale "A. Avogadro", di Claudio Vercelli, dell’Istituto di studi storici "G. Salvemini" di Torino, di Lorenzo Borelli e Roberto Cardano, autori del libro, di Elena Airoldi, Giulia Borelli, Andrea Cantone, Valeria Mantellino, Giulia Mentasti, Vanessa Mucchietto, studenti e collaboratori della ricerca, e di Dante Mena e Sergio Cerri, testimoni.

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Dopo elezioni

Sono passate poche ore da che l’esito elettorale ha smorzato l’entusiasmo che aveva sorretto il popolo del centro sinistra fino all’ultimo. L’impossibile miracolo che tanti si auguravano non si è avverato, come peraltro era razionalmente prevedibile, ma sovente il cuore ha impulsi più forti della ragione ed è un bene che sia così. Si dice che il voto deve esprimere ragioni di vantaggio e utilità individuali, ma noi siamo un po’ particolari: molte volte facciamo delle scelte che non sempre sono finalizzate all’opportunità personale, anzi capita spesso che il nostro elettorato voti per lo schieramento che non sempre lo privilegia. E’ così che succede, ma perché non ci piace immaginare di vivere in un paese di diversi, dove c’è chi largheggia e chi, al contrario, ha vita grama. Per questo e altri motivi non stiamo sempre dalla parte di chi vuol vincere ad ogni costo, senza riserve e senza riflessioni; non cavalchiamo il malcontento diffuso, malgrado sia sotto gli occhi di tutti; cerchiamo invece altre strade che ci portino a non trascurare la complessità di problemi acuti e urgenti.
Detto questo ci rendiamo conto che qualche volta non siamo premiati: forse perché i tempi non sono maturi, forse perché compiamo qualche errore o forse, più semplicemente, perché non teniamo conto dell’imprescindibile egoismo umano.
Abbiamo preso la cosiddetta “batosta”, ma credo che il sacrificio d’aver perso le elezioni possa anche regalare al Paese uno scenario nuovo che potrà farci guardare al futuro con maggior speranza. E comunque siano andate le cose rivolgiamo un grande grazie a Veltroni che non solo per due mesi ha surriscaldato gli animi e ci ha portato ad essere una grande forza nel paese, ma ci ha anche indicato lo stile e il garbo con il quale dovremo continuare il delicato lavoro politico.
Su Berlusconi non mi pronuncio, se non per dire che ora dovrà rispondere alle promesse fatte senza mettere in ginocchio l’Italia, ma ad altri voglio dire qualcosa in più.
Mi rivolgo agli speculatori politici che con la loro tignosa politica del “no” hanno contribuito a far cadere il Governo Prodi e a fare perdere credibilità all’intera sinistra. Addio mosche cocchiere, è finita la festa dei privilegi e dei partitismi. E a Bertinotti, in particolare, voglio ricordare che lui, che tanto propugna lo scettro della sinistra vera, quella dei duri e dei puri, nel suo lungo migrare politico non è mai stato capace d’essere semplicemente comunista: ha sempre preferito essere socialista, poi psiuppino, poi ancora rifondarolo fino ad essere niente più, per forza di cose. Ma gli voglio anche ricordare la coerenza del suo “disfare” che non l’ha mai visto, per l’intera vita, chiudere una vertenza sindacale così come l’ho sempre visto scivolare in basso ogni volta che ingaggiava una nuova avventura. Ora ha perso anche quest’ultima battaglia trascinando con sé, nel baratro, altri quattro visionari.
L’elettorato, fra le molte cose che ha voluto esprimere, ha voluto anche dire che non vuole sentir più parlare del comunismo vetero stalinista; la falce e il martello hanno fatto la loro gloriosa storia, oggi ci sono i trattori e le macchine a controllo numerico.
Dobbiamo rimboccarci le maniche e riprendere a fare politica infittendo l’attività e le capacità di persuasione, stando più vicini alla gente, interpretandone i malumori per sapere che risposte dare, che non siano quelle della speculazione ideologica e della paura, ma del vivere civile.
Dovremo lavorare su più fronti coordinati raccogliendo le istanze della gente e facendo sentire la nostra voce in ogni occasione: il bellissimo blog che stiamo utilizzando è un modo veloce e moderno per dare notizie, ma credo che il ripristino della Chiocciol@ sia un’esigenza non più procrastinabile affinché le informazioni possano raggiungere tutte le famiglie di Galliate.
Grazie ancora a tutti per la passione profusa: i militanti, gli elettori, i giovani, i dirigenti ed infine Veltroni.

Libero

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Dai Democratici di Bellinzago

In occasione del 25 aprile,
allo scopo di richiamare l’attenzione della collettività su una data fondamentale per la nostra storia, i giovani del Circolo PD (Partito Democratico) di Bellinzago, organizzano


Domenica 20 aprile 2008

ore 21,00
presso la Sala don Vandoni(ex forno) una serata dal titolo:

“Solidarietà, pace e legalità: nelle radici della Resistenza”

Utilizzando linguaggi diversi quali immagini, suoni e parole, il richiamo sarà ai valori cardine della Resistenza, oggi come ieri, e più che mai, attuali.

Vi aspettiamo.......!


Il coordinatore del Circolo di Bellinzago
Roberto Bovio

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Elezioni politiche 2008 – Il commento del Coordinatore di Galliate del PD

. martedì 15 aprile 2008
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Democrazia significa riconoscimento dei risultati elettorali, così come ci vengono consegnati dalle urne, e dunque accettazione della prossima e non gradevole stagione di governo.



È andata male perché Berlusconi ritorna a governare l’Italia. Il suo terzo ritorno a palazzo Chigi spaventa perché il premier sarà scortato e controllato dall’esercito leghista che farà pesare ogni giorno sul tavolo delle decisioni l’altissimo numero di voti ricevuti in tutto il nord-est.

In queste ore la delusione è forte. Si era perfettamente consapevoli che si trattava di recuperare uno svantaggio considerevole, ma si era parimenti convinti che il pullman di Veltroni, alla fine, avrebbe fatto il miracolo di riunificare il paese sotto le bandiere del Pd. Così non è stato, forse perché i miracoli non appartengono a questa politica e, forse, perché c’era ancora un tratto di strada da fare, che il tempo troppo limitato non ha permesso.


Il Partito Democratico, nato appena sei mesi fa, si è trovato subito di fronte ad una crisi di Governo improvvisa, anche se non imprevedibile, e ad uno scontro elettorale decisamente improbo. In pochi mesi è stata tuttavia messa in campo una proposta radicalmente innovativa attorno alla quale costruire una grande forza riformista, moderna e di progresso, capace di parlare agli italiani il linguaggio di una nuova politica.

È vero, la prima battaglia è stata perduta, anche se in una democrazia dell’alternanza le vittorie e le sconfitte non sono mai definitive. La nascita del PD ha messo in moto, ad ogni livello, energie che parevano sopite, ha creato entusiasmo, voglia di partecipare, ha riavvicinato i giovani alla politica: indicazioni precise che lasciano intendere con chiarezza di essere sulla strada giusta.


Il voto galliatese non si discosta da quello nazionale e non credo quindi di dovere aggiungere ulteriori riflessioni rispetto a quanto più sopra argomentato.

Credo opportuno, invece, ringraziare i numerosi concittadini che con il loro consenso hanno sottolineato la loro adesione alla nostra proposta politica. Un grazie sinc
ero anche a tutti i componenti del Coordinamento del Circolo di Galliate ed a tutti gli amici del PD, che in queste settimane si sono impegnati con passione ed entusiasmo in una campagna elettorale che ha visto il nostro partito attivo e presente con un’intensità non comuni.

Un augurio, infine, a Elisabetta Rampi, riconfermata deputata, ed a Franca Biondelli, eletta senatrice. Saranno le nostre rappresentanti del novarese in Parlamento e sono sicuro che con loro verrà creato un ponte con Roma che agevolerà anche il nostro lavoro.

Marco


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Dobbiamo crederci

. domenica 13 aprile 2008
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Vedere l’Italia. Ammirarne tutta insieme la straordinaria bellezza. Toccarne con mano i problemi. Ascoltarli dalle parole degli italiani. E sentirli sempre accompagnati, nel loro racconto, dal rifiuto della rassegnazione, dalla speranza, dalla voglia di fare. Candidarsi a guidare un Paese non è detto che consenta automaticamente di far questo. Bisogna volerlo fare. Si deve scegliere di staccarsi dalle rappresentazioni usate nel dibattito pubblico, spesso di comodo, spesso provenienti dai talk-show televisivi e per questo molto accreditate da un certo circuito politico. Si deve aver voglia, invece, di star dentro la realtà, di ascoltare il “respiro” del Paese, di indagarne e sentirne l’anima. Si deve coltivare un’altra idea della politica, fatta di valori, di concretezza, di condivisione, di partecipazione. Io ho voluto fare così. Ho scelto un viaggio nell’Italia vera, in tutte le sue centodieci province, nella loro diversità, nella loro ricchezza, nella loro storia e nella loro identità di oggi.

E’ stata un’esperienza indimenticabile, un privilegio unico,di cui voglio davvero ringraziare le centinaia e centinaia di migliaia di persone che hanno riempito ogni giorno all’inverosimile piazze, teatri, luoghi di lavoro. È successo così in ogni angolo del Paese, in ogni occasione, e davvero ad ogni ora, pensando all’iniziativa che abbiamo fatto a mezzanotte, qualche giorno fa, a Conversano.

In questi cinquanta giorni, poco più, ho visto facce di ogni tipo, ho incrociato sguardi assorti e sorrisi allegri,ho stretto mani forti e ruvide segnate dal duro lavoro di ogni giorno e letto parole di chi del suo sapere non sa ancora bene cosa fare, oppure lo sa ma non trova le giuste opportunità. Ho avvertito esigenze diverse da un posto all’altro, ho ascoltato domande diverse a seconda dell’età, ho sentito porle in tanti accenti e dialetti.

Ma non sono le differenze che in questo viaggio mi hanno colpito. Non date retta a quei politici che da quindici anni hanno come principale pensiero quello di trarre vantaggio dalle divisioni, quello di alimentare un clima di contrapposizione e persino di odio, mettendo gli uni contro gli altri, non esitando a lanciare proposte diverse, e se è per questo anche a stringere alleanze diverse, in base agli interlocutori che hanno di fronte e al luogo in cui si trovano in quel momento. Operai contro imprenditori, immigrati contro italiani, laici contro cattolici, Nord contro Sud.

Non date retta, non prestate fede ai messaggi di questo tipo. Non sono veri, non corrispondono alla realtà. Quel che davvero mi ha colpito, girando in lungo e in largo per il Paese, è stato vedere quanto sono simili le speranze e le preoccupazioni degli italiani. Quanto si assomigliano i problemi. Quanti sono i sogni che ci accomunano.

E non c’è differenza geografica, culturale o sociale che tenga: in ognuna delle centodieci tappe del viaggio io ho sentito che tutti, davvero tutti coloro che erano lì in quel momento c’erano perché credevano in ciò che il nostro Paese può essere.

L’Italia può cambiare, si può chiudere una stagione troppo lunga e aprirne finalmente una nuova. Guardate, nella nostra storia è stato sempre così: le cose più importanti sono successe quando si è trattato di affrontare le prove più difficili,quando il tempo e le circostanze non lasciavano spazio all’attesa, al rinvio, all’immobilismo.

È la storia che lo ha sempre dimostrato: quando gli italiani credono in qualcosa, qualcosa accade. È stato così quando dei ragazzi ebbero il coraggio e la moralità di fare quella scelta che avrebbe cambiato la loro vita e quella dell’Italia. Scelsero la Resistenza, scelsero di unire le loro idee e i loro colori in un solo ideale di libertà e in una sola bandiera: il tricolore.

Quando gli italiani credono in qualcosa, qualcosa accade. È stata la creatività, la forza di volontà, la voglia di rischiare e di fare, che ha permesso alla generazione uscita dal dopoguerra di ricostruire l’Italia. Una classe dirigente vera, capace, fatta di uomini e donne consapevoli del fatto che al di sopra di ogni interesse di parte c’erano, come sempre ci sono, gli interessi nazionali. Mentre si confrontavano, anche duramente, nelle prime elezioni libere dopo più di vent’anni, scrissero la Costituzione. E gli italiani vi si riconobbero, si ritrovarono uniti, per la prima volta davvero consapevolmente.

Quando gli italiani sentono che è il momento, sanno unirsi, sanno fare sacrifici, sanno riconoscere il valore della posta in gioco. Le istituzioni democratiche, nelle piazze di tutto il Paese e nei luoghi di lavoro, le hanno difese loro, mentre l’attacco del terrorismo, trent’anni fa, si faceva più forte e minaccioso. È stato il popolo italiano, in quel momento, a dire nel modo più netto che nessuno avrebbe mai potuto toccare, in nome di teorie aberranti e fuori dal tempo, la libertà e la democrazia di questo Paese.

Noi, che siamo ormai ben dentro un nuovo secolo, che viviamo un tempo nuovo, verso queste generazioni abbiamo un debito. Ma abbiamo anche un modo per saldarlo, che non è solo rivolgere loro un grazie, cosa che facciamo e continueremo sempre a fare. No, il modo migliore è fare per i nostri figli quel che i nostri nonni e i nostri padri hanno saputo fare per noi.

Il modo migliore è cambiare l’Italia, è voltare pagina e cominciare a farlo. Ora ci siamo. Siamo davvero arrivati al momento. Se gli italiani, e io sono ottimista, sono certo sarà così, diranno basta alla vecchia politica, se diranno basta al cinismo, all’odio e alle divisioni, e avranno voglia di credere in ciò che è possibile, che si può fare, allora vinceremo, vinceremo queste elezioni, cambieremo il corso della storia, e lunedì sera diremo “l’abbiamo fatto”, e il vero viaggio sarà davvero cominciato.

Walter Veltroni

L’Unità 13 aprile 2008

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