Rampi su rapporto povertà giovani madri
Brevi commenti sull’approvazione del bilancio di previsione 2010 e il rendiconto 2009
L’approvazione dei documenti di gestione economica di un Comune sono gli atti fondamentali che un’Amministrazione ha a disposizione e che ha il dovere di adottare, diversamente, stanti le regole che governano il nostro Paese, basterebbe un Commissario per l’ordinaria amministrazione.
Al di là di qualsiasi azione di propaganda o di disinformazione, diversamente dalle chiacchere che qualsiasi politicante o amministratore possa fare in libertà, quando si tratta di decidere il “cosa fare” e rendere conto di “cosa fatto”, purtroppo (o per fortuna) è difficile barare.
Analizziamo cosa Davide Ferrari e la sua Giunta hanno proposto al Consiglio Comunale la scorsa settimana.
Prima di tutto hanno inspiegabilmente aspettato 4 mesi dall’inizio dell’anno, prima di proporre un bilancio di previsione. Per quattro mesi hanno amministrato Galliate in esercizio provvisorio, in cui non si possono impegnare investimenti e non si può fare altro che l’ordinario, impegnando ogni mese 1/12 di quello fatto l’anno prima.
Tutti ci si aspettava qualcosa di innovativo, dato il lungo periodo di riflessione, invece ci siamo trovati di fronte ad un bilancio in cui non c’è alcuna novità sulla spesa corrente e sul fronte degli investimenti il documento è veramente deludente.
Cominciamo da quest’ultima parte:
tolto l’ampliamento del cimitero (il cui iter era già stato preparato dall’Amministrazione precedente di centro-sinistra), tolti i consueti interventi annuali di manutenzione straordinaria degli asfalti delle strade, rimane solo la realizzazione della videosorveglianza del paese. Davvero Galliate vive un’emergenza così forte tale da imporre di riempire il centro storico di telecamere per sorvegliare l’ordine pubblico? Davvero non possiamo invece investire risorse in politiche educative ed inclusive per fare in modo che siano i cittadini stessi ad avere rispetto della cosa pubblica e delle altre persone e sia la solidarietà sociale a garantire l’ordine pubblico? I Galliatesi credono davvero che basta il “grande fratello” per avere un paese sicuro? Noi non lo pensiamo! Quello che serve è dare servizi e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini per fare in modo che il vivere insieme sia sicuro!
Purtroppo ancora più grave è il fatto che questa Amministrazione non ha stanziato alcuna risorsa negli anni futuri per la manutenzione di tale costoso impianto e soprattutto non ha spiegato come lo userà e a che cosa servirà concretamente.
Per il resto, non c’è traccia nel bilancio di nuovi investimenti per servizi, addirittura sono stati cancellati gli investimenti già stanziati in passato per continuare l’opera di ammodernamento dell’acquedotto. Speriamo che la miopia della Giunta non ci faccia venire sete tra qualche anno! Potremo consolarci sapendo che forse il Sindaco ci vedrà, mentre andremo a comperare l’acqua in bottiglia.
La seconda riflessione viene invece da quello che il Dott. Ferrari ci ha sempre rimproverato in passato e di cui i partiti che lo sostengono si riempiono la bocca ogni giorno: il centro-sinistra è il partito delle tasse.
E’ bene che i cittadini di Galliate sappiano che nel 2010 pagheranno il 15% in più per la tassa sui rifiuti per decisione della Giunta. Avevano bisogno di 200.000 € per far fronte alle spese che crescono e hanno deciso di mettere le mani nelle nostre tasche invece di lavorare seriamente cercando di contenere i costi amministrativi, come invece il centro-sinistra ha sempre cercato di fare e come avrebbe sicuramente fatto in questo difficile momento economico.
In precedenza sempre abbiamo cercato di contenere gli aumenti delle tasse e delle tariffe dei servizi entro il tasso di inflazione.
Quello che irrita è che di questi 200.000 € in più di tasse, quasi 60.000 serviranno per pagare l’aumento di stipendio di Sindaco e Assessori, mentre i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in realtà non aumenteranno: complimenti!
Speriamo che questo non sia il germoglio del tanto sbandierato federalismo fiscale che la Lega così fortemente vuole: vuotare le tasche di contribuenti e regioni più povere, per riempire le casse delle regioni più sviluppate e dei cittadini più ricchi. Tutti sanno, anche se non lo vogliono ammettere a se stessi e pubblicamente, che i problemi di ordine pubblico e di micro-criminalità, che tanto preoccupano, sono la conseguenza della disparità sociale, del disagio socio-economico e della povertà.
Abbiamo proposto alla Giunta di ripensarci e di diminuire l’aumento della tassa indicando dove andare a risparmiare costi, ma la risposta è stata semplicemente negativa.
L’ultimo commento mi viene ricordando che dai banchi dove Ferrari e Verdura sedevano fino allo scorso anno proveniva l’accusa che il centro-sinistra era anche il partito degli sprechi. Ebbene ci hanno servito un rendiconto 2009 dove le spese correnti sono aumentate del 7,5% rispetto al 2008, dopo anni in cui abbiamo cercato di contenerne l’aumento, dato che sono quelle che inevitabilmente sono da finanziare con le risorse dei contribuenti e dello Stato, che ne trasferisce sempre meno.
Inutile ricordare che tra queste maggiori spese ci sono sempre le indennità di carica per la Giunta (circa 40.000 €), 53.000 € di consulenze e quasi 50.000 € di iniziative natalizie, spese ritenute indispensabili, oltre a tutta una serie di costi che inevitabilmente sono cresciuti e su cui bisognerà lavorare per contenerli, sperando che qualcuno ci pensi.
Siamo persone responsabili e positive e continueremo, come abbiamo fatto per anni, a lavorare per costruire il bene comune umilmente a servizio del paese, all’interno delle istituzioni, ma ci corre l’obbligo morale di evidenziare quelle che, secondo noi, sono le scelte politiche che non condividiamo e che non vengono mostrate con chiarezza e trasparenza ai cittadini.
Alberto Cantone
Coordinatore del Partito Democratico
Circolo di Galliate
Elisabetta Rampi - Governo pone questione di fiducia su decreto incentivi
Argomenti: rampiAl decreto incentivi, il provvedimento in discussione alla Camera, sono stati presentati circa 500 emendamenti da parte di una maggioranza che non riesce ormai a trovare una sintesi su nulla. La fiducia è stata posta con arroganza, senza addurre alcuna motivazione. Se a ciò aggiungiamo le dimissioni di un Ministro della Repubblica e le gravi divisioni interne al PdL, emerse con tutta la loro forza nei giorni scorsi, ci rendiamo conto della situazione in cui questo Paese è costretto, mentre la gente attende invano risposte concrete ai problemi di ogni giorno....Intanto il Parlamento è stato ancora una volta umiliato, nei cittadini cresce la disaffezione alla politica, il deficit è più alto del previsto e la ripresa stenta.
A proposito di alleanze
I fatti – Il DL 5 marzo 2010 n°29 del governo Berlusconi, il cosiddetto “salva liste”, è stato cancellato, grazie a un emendamento presentato dal PD e approvato dalla Camera.
Si è così evitato che una norma viziata sul piano della costituzionalità entrasse a far parte del nostro ordinamento e si stabilisse un grave precedente per le elezioni future.
Qualche giorno dopo, il 15 aprile, il PD ha espresso voto favorevole su un disegno di legge “salva effetti”, che salva gli effetti prodotti sulle elezioni regionali del 28-29 marzo u.s. dal DL n°29 non convertito.
Questo disegno di legge si è reso necessario per evitare che la decadenza del DL n°29 potesse portare all’annullamento del voto del 28-29 marzo e alla ripetizione delle elezioni, nei casi in cui quanto disposto dal decreto stesso aveva trovato effettiva applicazione.
Con questo atto il PD ha inteso rispettare la volontà popolare, che nell’ultima domenica di marzo si è liberamente manifestata, non condizionata dal decreto “salva liste”, e che non può essere rimessa in discussione per l’irresponsabile comportamento di una maggioranza che aveva imposto il decreto, ma che poi non è stata capace di convertirlo in legge.
Puntualmente, c’era da aspettarselo, il responsabile atteggiamento del PD ha scatenato bordate di “fuoco amico” da parte dei soliti paladini dell’opposizione “dura e pura”, per i quali il rispetto della volontà degli elettori, ancorché espressa liberamente, è un dato del tutto trascurabile: l’importante è cogliere ogni pretesto per continuare nel loro gioco al massacro nei confronti del nostro partito, con l’obiettivo di sottrargli consenso, indebolirlo.
Ci spiace dover constatare che a questo sport del “tiro al PD” sembra volersi dedicare con particolare impegno anche il segretario locale dell’IDV, che dal suo blog attacca pesantemente il nostro partito, con l’accusa di scandalosi appiattimenti sulle “posizioni da regime del governo Berlusconi”, per meschini interessi di bottega o di poltrone (per altro confondendo il decreto “salva liste” con la legge “salva effetti”), a cui fa seguire una serie di considerazioni insultanti sul PD, la sua dirigenza e la sua linea politica, degne della “migliore” propaganda della destra.
La pazienza deve avere un limite e la nostra si sta esaurendo.
Perciò, mentre respingiamo gli insulti al mittente, vogliamo mettere subito e bene in chiaro che, per la continuità di un leale rapporto di alleanza tra PD e IDV in ambito locale, attacchi di tale violenza portati al nostro partito per qualsivoglia ragione non sono ammissibili.
Pur considerando che le ragioni di questo attacco non riguardano questioni locali, ma scelte del PD a livello nazionale, se quanto si legge nello scritto del locale segretario IDV rappresenta veramente il pensiero prevalente in quel partito, ci chiediamo se, in ambito locale, politicamente abbia ancora senso considerare l’IDV quale nostro alleato.
Da qualcuno che si dichiara alleato, siamo disponibili ad accettare sia le critiche che un’onesta concorrenza sul piano elettorale, purché ciò avvenga entro i limiti del reciproco rispetto.
A nostro avviso, nel caso di cui stiamo parlando, questi limiti sono stati abbondantemente superati.
Così stando le cose, da parte nostra diventa urgente valutare se ancora sussistono le condizioni minime per il proseguimento a livello locale del rapporto di alleanza e collaborazione con l’IDV e, se necessario, trarne le dovute conseguenze.
La segreteria organizzativa
del circolo PD di Galliate
Cfr l'intervento apparso sul blog dell'IDV Galliate: http://italiadeivalori-galliate.blogspot.com/2010/04/tra-il-dire-il-fare-ce-di-mezzo-il.html
Il Circolo P.D. di Galliate sulla Resistenza
In un clima di strisciante revisionismo storico si invoca da più parti la “buona fede” di chi combatteva da una parte e dall'altra e si chiede rispetto per tutte le vittime della violenza per arrivare ad una memoria condivisa che non laceri la società italiana. Si tratta a nostro avviso di un vergognoso tentativo di riabilitare la memoria di coloro che, dal ’43 al ’45, collaborarono con le forze di occupazione nazista, rendendosi spietati complici e feroci esecutori materiali di discriminazioni, torture ed uccisioni di altri italiani, colpevoli solo di essere ebrei o rom, di avere idee politiche diverse, di combattere per la libertà del proprio popolo e del proprio territorio.
E’ dalla Resistenza che è nata la Costituzione. Nella comune volontà di superare più di un ventennio di dittatura e nel ricordo di tutti i caduti per la Libertà, dei 46.187 caduti partigiani e degli oltre 40.000 deportati, militari e civili, torturati, fucilati e impiccati, così come il rispetto che si deve ai soldati italiani internati in Germania che non vollero ritornare in Italia a combattere per la Repubblica Sociale di Salò, subendo di conseguenza i campi di concentramento tedeschi.
È per questo inaccettabile porre sullo stesso piano, fascisti e antifascisti, partigiani e repubblichini e dare pari dignità come belligeranti, sia ai partigiani che combattevano per la Libertà, che ai fascisti della Repubblica di Salò che difendevano con le unghie e con i denti l'esanime dittatura di Mussolini. Nei confronti di questi ultimi esprimiamo un senso di profonda pietà, ma non possiamo assolutamente porre sullo stesso piano vittime e carnefici: un'operazione antistorica che non deve realizzarsi pena la rinuncia a credere negli ideali di libertà che proprio la lotta antifascista ha inserito nella Costituzione repubblicana.