Il Circolo di Galliate del Partito Democratico deplora l’iniziativa del Sindaco di Galliate che, durante la serata meritoriamente indetta per il 24 aprile dall’Associazione Verde Azzurra e dallo stesso Comune, in collaborazione con le associa¬zioni d'arma presenti sul ter¬ritorio, ha “riconosciuto pari diritto e piena dignità […] a tutti coloro che si sono battuti per opposti ideali ed hanno perso la vita…” durante le vicende belliche.
In un clima di strisciante revisionismo storico si invoca da più parti la “buona fede” di chi combatteva da una parte e dall'altra e si chiede rispetto per tutte le vittime della violenza per arrivare ad una memoria condivisa che non laceri la società italiana. Si tratta a nostro avviso di un vergognoso tentativo di riabilitare la memoria di coloro che, dal ’43 al ’45, collaborarono con le forze di occupazione nazista, rendendosi spietati complici e feroci esecutori materiali di discriminazioni, torture ed uccisioni di altri italiani, colpevoli solo di essere ebrei o rom, di avere idee politiche diverse, di combattere per la libertà del proprio popolo e del proprio territorio.
E’ dalla Resistenza che è nata la Costituzione. Nella comune volontà di superare più di un ventennio di dittatura e nel ricordo di tutti i caduti per la Libertà, dei 46.187 caduti partigiani e degli oltre 40.000 deportati, militari e civili, torturati, fucilati e impiccati, così come il rispetto che si deve ai soldati italiani internati in Germania che non vollero ritornare in Italia a combattere per la Repubblica Sociale di Salò, subendo di conseguenza i campi di concentramento tedeschi.
È per questo inaccettabile porre sullo stesso piano, fascisti e antifascisti, partigiani e repubblichini e dare pari dignità come belligeranti, sia ai partigiani che combattevano per la Libertà, che ai fascisti della Repubblica di Salò che difendevano con le unghie e con i denti l'esanime dittatura di Mussolini. Nei confronti di questi ultimi esprimiamo un senso di profonda pietà, ma non possiamo assolutamente porre sullo stesso piano vittime e carnefici: un'operazione antistorica che non deve realizzarsi pena la rinuncia a credere negli ideali di libertà che proprio la lotta antifascista ha inserito nella Costituzione repubblicana.
In un clima di strisciante revisionismo storico si invoca da più parti la “buona fede” di chi combatteva da una parte e dall'altra e si chiede rispetto per tutte le vittime della violenza per arrivare ad una memoria condivisa che non laceri la società italiana. Si tratta a nostro avviso di un vergognoso tentativo di riabilitare la memoria di coloro che, dal ’43 al ’45, collaborarono con le forze di occupazione nazista, rendendosi spietati complici e feroci esecutori materiali di discriminazioni, torture ed uccisioni di altri italiani, colpevoli solo di essere ebrei o rom, di avere idee politiche diverse, di combattere per la libertà del proprio popolo e del proprio territorio.
E’ dalla Resistenza che è nata la Costituzione. Nella comune volontà di superare più di un ventennio di dittatura e nel ricordo di tutti i caduti per la Libertà, dei 46.187 caduti partigiani e degli oltre 40.000 deportati, militari e civili, torturati, fucilati e impiccati, così come il rispetto che si deve ai soldati italiani internati in Germania che non vollero ritornare in Italia a combattere per la Repubblica Sociale di Salò, subendo di conseguenza i campi di concentramento tedeschi.
È per questo inaccettabile porre sullo stesso piano, fascisti e antifascisti, partigiani e repubblichini e dare pari dignità come belligeranti, sia ai partigiani che combattevano per la Libertà, che ai fascisti della Repubblica di Salò che difendevano con le unghie e con i denti l'esanime dittatura di Mussolini. Nei confronti di questi ultimi esprimiamo un senso di profonda pietà, ma non possiamo assolutamente porre sullo stesso piano vittime e carnefici: un'operazione antistorica che non deve realizzarsi pena la rinuncia a credere negli ideali di libertà che proprio la lotta antifascista ha inserito nella Costituzione repubblicana.
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