Chi sta al centro?

. martedì 1 aprile 2008

Le campagne elettorali hanno sempre avuto la pessima abitudine d’improntare le competizioni politiche sul terreno del litigio e della denigrazione. Ma non basta, alcuni partiti si prendono persino il lusso di stabilire in quale area politica si sia collocato un partito diverso. Nei confronti del PD, per esempio, è stato decretato essere diventato il vessillo del Centro, perché i paladini della sinistra sono ben altri! Se è così andiamo a scoprire le ragioni per le quali tale affermazione dovrebbe essere presa per buona. Per smussare gli spigoli di una polemica, per nulla desiderata, cercherò di usare un poco di bonaria ironia rivolgendomi a vecchi amici di tante battaglie politiche condotte insieme nel tempo. Noi saremmo diventati di Centro, perché l’interesse di difendere i lavoratori sarebbe solo appannaggio di un raggruppamento di sinistre che si definisce la nuova Sinistra Arcobaleno; altrettanto si può dire dei precari, dei disoccupati, dei sotto occupati, dell’ambiente, della sicurezza nei posti di lavoro e più in generale di tutte quelle attese che pulsano a sinistra. E noi? Che fino a qualche mese fa eravamo seduti allo stesso tavolo cercando di affrontare e risolvere questi stessi problemi, che fine abbiamo fatto? Ci hanno assegnato, in un modo un po’ arbitrario, questo limbo di centro dove potremo sfogare tutti i nostri malevoli istinti di inciucisti e baciapile; tanto a noi che ci frega degli operai, dei precari e così via. Ritengo sia corretto che ciascuno difenda con fermezza le proprie convinzioni; è naturale oltre che doveroso, ma non mi sembra carino scoprire e raccontare che altri, dall’oggi per il domani, sono diventati improvvisamente un’altra cosa. E’ vero invece che un partito di governo deve farsi carico del peso complessivo della società e delle diversità che la compongono: è troppo comodo occuparsi solo d’alcuni aspetti affermando l’orgoglio d’essere di parte. Credo di poter affermare che nel corso della storia le divisioni, le parti, i musi duri e le stucchevoli affermazioni di principio abbiamo sempre e solo fatto il gioco dei potenti. Personalmente sono scarsamente incline al compromesso, anzi posso ben dire d’essere poco conciliante, ma non dimentico mai che la macchina del pensare, del fare e del proporre prevede il contemporaneo funzionamento di una grande quantità d’ingranaggi, diversi fra loro, che muovendosi in sinergia producono risultati stupefacenti. Chi tende al separatismo può nascondere la tendenza a fare del partitismo a discapito di necessità politiche più ampie.
Risparmio ai lettori, soprattutto quelli che condividono le idee di centro-sinistra, le considerazioni che sarei tentato di produrre nei confronti del Centro destra dove lì, davvero, si è assistito ad un vergognoso scivolamento a destra. Ma quest’ultima svendita di Fini non ha bisogno d’essere commentata da noi, perché il cavaliere con la sua impudenza già provvede a raccontare come fare ad omologare la nuova Destra, che lui, però, definisce di centro. E allora cari amici, delle due, una! Di Centro siamo noi o loro? Noi ci sentiamo diversi, perché siamo diversi!
Con questa nuova Sinistra, che ci sta sinceramente a cuore, ci aspettano lunghi mesi di collaborazione per le elezioni comunali dell’anno a venire. Continuiamo, tout malgré, a pensare d’appartenere di diritto al pensiero e all’azione di Centro Sinistra

Libero


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