Partiamo da un dato: “…l’Italia si trova ad essere piena di “spazi vuoti” disponendo di un immenso patrimonio di beni inutilizzati, sia pubblici che privati: ex fabbriche, capannoni dismessi, case cantoniere, sedi di consorzi, case del popolo, lasciti, opere incompiute, stazioni, macelli, cinema dismessi, negozi e uffici, beni confiscati…”, come è ben descritto nel libro RIUSIAMO L’ITALIA di Giovanni Campagnoli. Nessuna città ne è esente, neanche la nostra Galliate, e paradossalmente la domanda di case, o di luoghi per l’aggregazione o di spazi per il lavoro, è in perenne crescita.
Da queste considerazioni era partita la mozione del gruppo PD-PSE e 5-Stelle al Comune di Galliate di avviare un censimento degli immobili vuoti, con l’obbiettivo di mettere in luce le potenzialità esistenti e con il fine di mirare ad un piano di recupero e riuso dell’esistente, almeno parziale, nell’ottica di salvaguardare il paesaggio e ridurre l’ulteriore consumo di suolo. Azione di buon senso, già avviata in tanti Comuni italiani, ma bocciata senza molto entrare nel merito dalla maggioranza in Consiglio Comunale lo scorso 11 Novembre.
Un’oculata gestione del territorio dovrebbe tendere a disincentivare il mantenimento di edifici vuoti, per esempio maggiorandone la tassazione, e ad incentivare invece il loro recupero, ad esempio premiando sia la ristrutturazione sia l’affitto a canoni agevolati. Inutile ricordare che a Galliate si è deciso proprio il contrario… consentendo anche l’esenzione TASI agli appartamenti vuoti.
Certo è difficile entrare negli affari di proprietari privati, ma l’amministrazione possiede strumenti incentivanti che potrebbero sbloccare situazioni ferme da anni, e potrebbe farsi carico di rispondere alle richieste di poter disporre di spazi non solo per la socialità e l’aggregazione ma anche per creare opportunità di lavoro… Pensiamo a chi ha saputo realizzare incubatori di idee e di imprese, alle officine di co-working, al co-housing e a tutto ciò che una popolazione di giovani potrebbe proporre e realizzare se soltanto ci fossero il coraggio e la volontà per formulare un progetto di recupero incentivato dal pubblico.
Invece, a Galliate, si preferisce rinunciare allo spazio Gajà, si lasciano morire le case del popolo, si lascia crollare la TST, si rinuncia ad un progetto organico sulle tante proprietà comunali, si prosegue col villettismo e il condominiettismo…
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