L'associazione tolbà è nata alla fine del '92 con lo scopo di sostenere i migranti presenti nella città di Matera, con azioni di solidarietà e di sensibilizzazione presso la comunità locale. Ha realizzato progetti di cooperazione e di sviluppo all'estero. Finanzia i progetti a favore dei migranti con la pubblicazione di libri illustrati di favole tradotte in molte lingue.
In Italia, organizza corsi di lingua italiana e tiene uno sportello informativo e di consulenza per gli stranieri. Partecipa al Piano nazionale asilo per i rifugiati ed ha realizzato un corso di mediazione culturale nella casa circondariale di Matera per detenuti stranieri e tossico dipendenti. Collabora con legambiente, lav, il teatro dei sassi e l'università della Basilicata.
All'estero, ha ristrutturato, in Albania a Girokastra il reparto pediatrico dell'ospedale ed ha costruito, in collaborazione con la Regione Basilicata, una scuola per rom. Negli anni della guerra ha realizzato a Posusje, in Bosnia, interventi di animazione e di trasporto di pacchi e video messaggi. Nel 1999 ha gestito per tre mesi un centro di accoglienza di kosovari in Albania. Dal 2001 è impegnata in una campagna di prevenzione della talassemia nel sud dell'Albania, progetto Eugenja.
L’associazione tolbà è stata più volte presente a Galliate nell’ambito di attività culturali promosse dall’Amministrazione comunale. Pubblichiamo per questo volentieri il loro intervento sul problema dei rom.
Nell’immaginario collettivo gli zingari “rubano i bambini” ma poi i film di Kusturica hanno fatto rivedere molti pregiudizi ed allora gli zingari, i rom che però non vanno assolutamente confusi con i rumeni, sono diventati molto folcloristici ed evocano danze travolgenti e musica appassionata. Quasi mai quando si parla dei campi di sterminio nazisti si cita l’eccidio dei rom dei quali non si può dare il numero anche perché non c’è mai stata un’anagrafe dei rom; su di loro sono stati fatti i più crudeli esperimenti della follia pseudo scientifica del Reich, ma nessuno ne parla. E anche pochissimi ricordano che i rom sono tra i pochissimi popoli che non hanno mai combattuto nessuna guerra e non hanno mai avuto un esercito. Ora i rom, gli zingari, i gitani, come vogliamo chiamarli, li cacciamo senza pietà e la polizia fa irruzione nei campi in piena notte, senza farsi scrupolo che in quelle baracche ci sono bambini; ancora una volta i bambini dei rom non sono gente, sono solo quelli che chiedono l’elemosina e rubano e che vanno tolti ai loro genitori. Come è disgustoso questo parlare di diritti dei bambini solo quando si parla dei bambini ricchi e opulenti, quelli che sono grandi consumatori…Ma dei traumi, della disperazione, dell’analfabetismo, della continua esclusione sociale dei bambini rom non interessa a nessuno. E’ bellissima l’idea di distruggere le baraccopoli perché sono una vera vergogna: uno Stato che crede di potere espellere chi non ha un visto di ingresso, un pezzo di carta, insomma e pensa di avere il diritto di privare della patria potestà i genitori rom che mendicano, dovrebbe essere in grado di offrire case vere ai rom e non solo. Perché i rom nelle loro baraccopoli in tutto il mondo condividono la più grande disperazione dei più disperati della terra. Noi di tolbà abbiamo sempre fatto azioni concrete nei confronti dei rom: non amiamo straparlare e rilasciare dichiarazioni perché di rom ci occupiamo da tanto. La scuola che abbiamo costruito 10 anni fa in Albania per loro esiste ancora e dà l’opportunità di studiare a tanti rom; abbiamo pubblicato un libro di favole sui rom che ha vinto nel 1998 il premio per la letteratura per l’infanzia di Trento e l’ultimo libro di Nino Ferarra, “silenzio di cicala” ha vinto il premio di Sasso di Castalda. Ma le famiglie rom di cui ci siamo sempre occupati hanno vissuto e vivono i loro percorsi di integrazione con difficoltà perché non piace, a noi gagjè, che ci sia ancora gente libera e capace di sorridere per poco ed essere capace di riconciliarsi continuamente con un mondo che da sempre li odia e li vuole cacciare via. Spesso non lo sappiamo ma vogliamo cacciare cittadini neocomunitari o addirittura italiani. Anche a Lavello. Perché non si fa niente contro chi brucia le case dei rom e le loro roulottes? Perché non si fa niente contro chi istiga all’odio e alla xenofobia? Perché non si fa niente contro chi bolla come clandestini anche quelli che non lo sono? Come sarebbe bello se finalmente si smettesse nel nostro Paese di parlare di rom e di clandestini e si parlasse del vero problema che è quello che non c’è lavoro perché non c’è politica e che né gli immigrati né i rom c’entrano con questo.
In Italia, organizza corsi di lingua italiana e tiene uno sportello informativo e di consulenza per gli stranieri. Partecipa al Piano nazionale asilo per i rifugiati ed ha realizzato un corso di mediazione culturale nella casa circondariale di Matera per detenuti stranieri e tossico dipendenti. Collabora con legambiente, lav, il teatro dei sassi e l'università della Basilicata.
All'estero, ha ristrutturato, in Albania a Girokastra il reparto pediatrico dell'ospedale ed ha costruito, in collaborazione con la Regione Basilicata, una scuola per rom. Negli anni della guerra ha realizzato a Posusje, in Bosnia, interventi di animazione e di trasporto di pacchi e video messaggi. Nel 1999 ha gestito per tre mesi un centro di accoglienza di kosovari in Albania. Dal 2001 è impegnata in una campagna di prevenzione della talassemia nel sud dell'Albania, progetto Eugenja.
L’associazione tolbà è stata più volte presente a Galliate nell’ambito di attività culturali promosse dall’Amministrazione comunale. Pubblichiamo per questo volentieri il loro intervento sul problema dei rom.
Nell’immaginario collettivo gli zingari “rubano i bambini” ma poi i film di Kusturica hanno fatto rivedere molti pregiudizi ed allora gli zingari, i rom che però non vanno assolutamente confusi con i rumeni, sono diventati molto folcloristici ed evocano danze travolgenti e musica appassionata. Quasi mai quando si parla dei campi di sterminio nazisti si cita l’eccidio dei rom dei quali non si può dare il numero anche perché non c’è mai stata un’anagrafe dei rom; su di loro sono stati fatti i più crudeli esperimenti della follia pseudo scientifica del Reich, ma nessuno ne parla. E anche pochissimi ricordano che i rom sono tra i pochissimi popoli che non hanno mai combattuto nessuna guerra e non hanno mai avuto un esercito. Ora i rom, gli zingari, i gitani, come vogliamo chiamarli, li cacciamo senza pietà e la polizia fa irruzione nei campi in piena notte, senza farsi scrupolo che in quelle baracche ci sono bambini; ancora una volta i bambini dei rom non sono gente, sono solo quelli che chiedono l’elemosina e rubano e che vanno tolti ai loro genitori. Come è disgustoso questo parlare di diritti dei bambini solo quando si parla dei bambini ricchi e opulenti, quelli che sono grandi consumatori…Ma dei traumi, della disperazione, dell’analfabetismo, della continua esclusione sociale dei bambini rom non interessa a nessuno. E’ bellissima l’idea di distruggere le baraccopoli perché sono una vera vergogna: uno Stato che crede di potere espellere chi non ha un visto di ingresso, un pezzo di carta, insomma e pensa di avere il diritto di privare della patria potestà i genitori rom che mendicano, dovrebbe essere in grado di offrire case vere ai rom e non solo. Perché i rom nelle loro baraccopoli in tutto il mondo condividono la più grande disperazione dei più disperati della terra. Noi di tolbà abbiamo sempre fatto azioni concrete nei confronti dei rom: non amiamo straparlare e rilasciare dichiarazioni perché di rom ci occupiamo da tanto. La scuola che abbiamo costruito 10 anni fa in Albania per loro esiste ancora e dà l’opportunità di studiare a tanti rom; abbiamo pubblicato un libro di favole sui rom che ha vinto nel 1998 il premio per la letteratura per l’infanzia di Trento e l’ultimo libro di Nino Ferarra, “silenzio di cicala” ha vinto il premio di Sasso di Castalda. Ma le famiglie rom di cui ci siamo sempre occupati hanno vissuto e vivono i loro percorsi di integrazione con difficoltà perché non piace, a noi gagjè, che ci sia ancora gente libera e capace di sorridere per poco ed essere capace di riconciliarsi continuamente con un mondo che da sempre li odia e li vuole cacciare via. Spesso non lo sappiamo ma vogliamo cacciare cittadini neocomunitari o addirittura italiani. Anche a Lavello. Perché non si fa niente contro chi brucia le case dei rom e le loro roulottes? Perché non si fa niente contro chi istiga all’odio e alla xenofobia? Perché non si fa niente contro chi bolla come clandestini anche quelli che non lo sono? Come sarebbe bello se finalmente si smettesse nel nostro Paese di parlare di rom e di clandestini e si parlasse del vero problema che è quello che non c’è lavoro perché non c’è politica e che né gli immigrati né i rom c’entrano con questo.
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